LA RITRATTISTICA ROMANA
Roma nacque e si sviluppò in un mondo quasi interamente ellenizzato.
Circa nel 300 a.C. l’espansione romana ebbe inizio e si trovò
a confrontarsi con la civiltà greca dove filosofi, scienziati, architetti,artisti
sembravano aver escogitato ogni mezzo per la vita di tutti i giorni.
La Roma primitiva rimase immune da situazioni così stimolanti
e accettò quanto i vicini proponevano e anche le prime monete sono
conformi al gusto di quei mercanti greci che dovevano conquistare. Quando
Roma ebbe vinto i Cartaginesi nella seconda querra punica e stabilita la
sua posizione di padrona dell’Italia, le sue monete immediatamente
svilupparono uno stile romano.
Questo stile era formale, semplice, le raffigurazioni monetali rimangono
invariate per anni, sono chiare e concise.
La testa elmata di Roma esegiuta in forma inespressiva e convenzionale
aveva un significato simbolico e recavano ben visibile il marchio del valore.
Denario dopo il 211 a.C.
Denario 111 - 110 a.C.
Testa di Roma
Vittoria su triga
Le monete sono coniate in modo chiaro e presentano una forma regolare
e rotonda, in altre parole i processi di produzione si dimostrano efficienti
e aggiornati.
Questo era importante, poichè nel II secolo a.C. questa monetazione
si diffuse in tutto il mediterraneo conquistato con la forza delle armi.
Le monete furono coniate in grandissimo numero e nella semplicità
del conio avevano trovato la soluzione per la produzione di massa.
Per circa un secolo i romani continuarono a produrre monete banali
Con l’espansione romana in Grecia e dopo la definitiva occupazione
e la distruzione di Corinto, a Roma affluirono schiere di maestri e tecnici.
I romani appresero la filosofia, la letteratura e tutto quanto in quelle
città aveva da secoli raggiunto livelli elevati.
Schiere di artisti, di maestri e tecnici portati in Roma come liberti
o schiavi dettero inizio alla grande riforma artistica che durerà
fino alla decadenza dell'impero.
Questo sviluppo lo si osserva anche nelle monete del I sec.a.C. dove
la ritrattistica prende forma e la plasticità dei volti si avvicina
alla realtà del personaggio. Nei denari vengono rappresentate figure
di illustri personaggi scomparsi e come vuole la tradizione romana gli artisti
li rappresentano austeri, maestosi, potenti, degni di incutere rispetto e
timore.
A differenza dei Greci gli incisori romani non ci sono noti, erano
sempre uomini di umili origini, liberto o schiavi, inseriti in un sistema
di casta da cui non potevano sfuggire facilmente.
Nei cinque secoli che seguirono la repubblica gl’incisori senza
nome e di rango socialmente umile che lavorarono a Roma e nelle svariate
zecche dell’impero, produssero in molti casi opere ammirevoli e elevato
livello estetico e artistico.
Giulio Cesare è il primo ritratto di personalità romana inciso
a persona in vita ( 44 a.C.). La raffigurazione segue il tradizionale austero
spirito del realismo romano. Una figura forte e asciutta, rassomogliante,
magro e nerboruto e sul capo reca la corona della vittoria, il tutto è
rivolto ad impressionare l’osservatore. Sicuramente Cesare era diventato
un simbolo e un riferimento e le monete erano il mezzo per divulgare questo
credo.
Il ritratto politico che ebbe inizio secondo questo spirito venne ripreso
dai suoi successori; Antonio, Ottaviano e Lepido.
Con l’arrivo al potere di Ottaviano, il futuro Augusto, si ebbe
la riorganizzazione dell’impero e di conseguenza anche del sistema
monetario. Uno degli scopi della moneta è anche quello di diffondere
i messaggi imperiali anno dopo anno. Le monetazioni monetali dell’impero
cambiavano ogni anno a volte anche più tipi per anno. Le monete erano
prodotte per essere guardate e analizzate, alla persona istruita venivano
fornite informazioni in forma di parole o immagini. Chi non sapeva leggere
comprendeva dai tratti la personalità dell’imperatore e le sue
attività nel tempo.
I ritratti e tutte le raffigurazioni portano, a chi le guarda, a notare
un uomo che è posto alla sommità della struttura imperiale
non cone simbolo del sistema ma come suo esponente vivente, capo supremo del
potere civile e militare consacrato dal volere religioso.
Da Augusto le monete furono realizzate con un rilievo mediamente alto,
il rilievo non raggiungerà mai la nitidezza dei capolavori greci,
ma fu sempre marcato e tale da garantire una certa plasticità alla
figura. Augusto deve aver avuto molti artisti incisori monetari, conosciamo
diverse raffigurazioni in funzione delle zecche di emissione, in alcune
monete l’imperatore è irriconoscibile. Egli comunque favorì
un ritratto nello stile ellenistico, dove la figura è accurata nelle
sue forme e la somiglianza è idealizzata con ritocchi e correzioni
alle forme.
Ottaviano Augusto 27 a.C. / 14 d.C
Ogni imperatore darà una personale impronta alla rappresentazione
della figura:
- con Tiberio e Caligola gli artisti riproducono le sembianze secondo
i canoni tradizionali concentrandosi su espressioni forti e rudi.
- con Claudio la figura si ingentilisce e le espressioni ci appaiono
delicate senza tralasciare una figura decisa e combattiva.
- con Nerone gli incisori ci mostrano una figura reale, carnosità
del volto, occhi pesanti e piccoli, bocca dal taglio duro ed arrogante, il
mento su un collo robusto. La testa è di grandi proporzioni su un
grande collo, la capigliatura folta con elaborati ricci sulla fronte.
Sicuramente nella moneta doveva essere visto l’imperatore e il
semidio, esattamente quello che istintivamente ci viene da pensare quando
teniamo tra le mani una moneta neroniana.
La moneta romana oltre che presentare la figura che identifica
il potere "capo supremo del potere civile e militare consacrato dal
volere religioso" , porta sul retro un messaggio alle genti,
"messaggi di potenza per successi militari, messaggi di pace, messaggi di
religiosità imperiale" e anche "rappresentazioni di
monumenti o opere per il loro restauro eseguite dal potere centrale".
Proprio sulle monete gli incisori ci presentano quelle opere che nell’antichità
erano tanto famose.
Imp. Nerone 54 – 68 d.C.
Imp. Galba 68 – 69 d.C.
Imp. Vespasiano 69 - 79 d.C .
Vengono rappresentati templi, anfiteatri, palazzi, ricordiamo le monete
con il tempio di Giove in Roma e la sua evoluzione nei secoli, il Colosseo
o il porto di Ostia Antica, sui sestrerzi di Nerone lo mostrato come se
visto da un aereo.
Dalle monete possiamo ricostruire palazzi e monumenti che non possiamo
più vedere perchè distrutti dal tempo o dalla forza degli
eventi.
Gli incisori romani elaborarono nel tempo la tecnica e i modi di presentare
il personaggio imperiale o membri della famiglia.
Troviamo buone incisioni del periodo di Traiano, mentre con l'Imp.Adriano
che parlava il greco e latino correttamente, sicuramente influenzò
gli incisori essendo esperto e conoscitore di pittura e architettura, la
sua figura è modellata secondo i principi greci. La figura imperiale
è raffigurata senza corona di alloro o altro emblema imperiale, la
figura rappresentante Adriano mostra i tratti delicati e l’artista
conferisce profondità all’occhio profondo e pensieroso. L’unico
elemento che ravviva la figura sono i folti capelli agraziati da onde e dalla
barba.
Imp. Traiano 98 - 117 d.C.
Imp. Adriano 117 - 138 d.C.
Nella monetazione romana fa piacere vedere le monete raffiguranti le mogli degl’imperatori, presentate nella loro bellezza e grandezza. La figura come per quella maschile è di profilo e le espressioni sono serie quasi a dimostrare l’importanza della donna moglie e signora della casa. L’incisore mette in bella mostra l’aconciatura dei capelli a volte raccolti in altre ondulati tanto da poter quasi toccare le delicate chiome, il collo è dolce e affonda su un busto statuario. Significativi sono le incisioni raffiguranti Faustina madre e Lucilla dove possiamo ammirare l’arte scultorea del secondo secolo, si nota la raffinatezza del volto con l’occhio attentamente adombrato che conferisce una serenità naturale, mentre la delicata trattazione dei capelli donano un delicato movimento alla figura.
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Faustina madre 141d.C. moglie di Antonino Pio Lucilla 183 d.C. figlia di Marco Aurelio
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Otacilia Severa moglie di FilippoI 244/249 Etruscilla moglie di Traiano Decio 249/251
Nei secoli successivi causa le lotte per la conquista del trono imperiale,
le svalutazioni continue delle monete e le continue guerre in tutto l’impero,
anche le incisioni sulle monete vanno deteriorandosi, si perde il concetto
di bello e quanto è impresso e solo per identificare il comandante
o colui che ha raggiunto il vertice.
Con Diocleziano e Costantino si ritornerà ad una raffigurazione
monetale più significativa e rappresentativa del volto imperiale.
L’occhio, la bocca e la fronte solcata di rughe sono presenti per
tutti gli imperatori di questo periodo, si vuole portare la raffigurazione
ad un simbolismo assoluto.
Costantino prima e i suoi successori di seguito verranno rappresentati
con lo sguardo rivolto verso il cielo, come per raccogliere la benedizione
della nuova fede il cristianesimo. Dalla nuova capitale orientale Costantinopoli,
arrivano nuove idee e alla fine del quarto secolo il linguaggio simbolico
diventa più marcato. Il ritratto imperiale è sempre più
piatto, con le proporzioni della testa più grandi e prive di qualsiasi
emozione. Il simbolismo prevale, vittorie alate, vessilli cristiani, l’imperatore
siede in trono con le vesti di cerimonia, con lo scetro, la vittoria ed
il globo, su alcune monete è raffigurato benedicente sul altre compare
il volto frontale. L’imperatore stava trasformando la sua investitura
da popolare in volontà per grazia divina e anche la moneta segue
la trasformazione filosofica.
Imp. Diocleziano 284 - 305 d.C.
Imp. Costantino I 307 - 337 d.C.
Imp. Costanzo II 337 - 361 d.C.
Bibliografia Generale
Carlo M. CIPOLLA - Monete e civiltà
mediterranea - Neri e Pozza Editore Venezia 1957
C.H.V. SUTHERLAND -
Arte nella Moneta – Circolo Numismatico Ligure "Corrado
Astengo" – Genova 1992
A.VARESI - Le monete d'argento della Repubblica
Romana - edizione Numismatica VARESI - Pavia 1994
Roberto BARTOLONI - Monete di Roma Imperiale
- Mondadori 1996
continua Arte nella Monetazione Medioevale
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Arte nella Monetazione Greca