L’Artista greco, concezione estetica nella sua arte.
Prendendo a caso da un portamonete o da una tasca una moneta di oggi, si
noterà su un lato un ritratto: esso rappresenta il simbolo della sovranità
nazionale. Sull’altro lato si presenterà in forme diverse un
emblema o un tipo in qualche modo significativo per quella comunità
nazionale.
Queste caratteristiche, alle quali non facciamo caso e sono accettate
automaticamente, sono le eredi di quanto fatto dagli artisti e cesellatori
che lavorarono dagli inizi del settimo secolo a.C. per conto delle città-stato
greche, e che continuò nelle epoche successive.
Si potrà costatare un forte contrasto tra questa tradizione e
quella attestata dalle moneta mussulmane; esse presentano delle caratteristiche
diverse, determinate dai dogmi religiosi, con una rappresentazione completamente
priva di figure. Nel lontano Oriente si preferisce porre pochi elementi,
quali l’autorità emittente, il luogo di coniazione (zecca) e
il loro valore.
Osservando le monete antiche viene ovvio chiedersi che bravi erano gli
incisori, ottime sono le monete ma questa tecnica da dove arriva visto
che le monete non erano ancora nate ?
Dai reperti archeologici sappiamo che in Grecia, nel corso della civiltà
minoica e micenea (2000 / 1000 a.C.), placchette metalliche e d'avorio furono
abilmente incise e intagliate.
Faccio presente che in un periodo dove non esistevano lucchetti e chiavi era necessaria un’alternativa per salvaguardare il bene personale; tale protezione era fornita dai sigilli che, allo stesso tempo, indicavano il diritto di proprietà.
Se qualcuno possiede un anello con sigillo può notare che il segno impresso ha una propria dimensione nello spazio.
I ncisione in corniola
Non vi è alcun dubbio che l’antica arte dell’intaglio
dei sigilli sia all’origine di quella dell’incisione dei coni
monetarti.
La moneta greca ebbe inizio circa nel 650 a.C., prima di allora esisteva
solo piccoli pezzi di metallo grezzo con impressioni rozze tramite punzone.
Quando l’arte degl’intagliatori di sigilli fu adottata dagl’incisori
di coni si sviluppò tanto da diventare lineare e plastica.
I greci sapevano, come ne siamo a conoscenza noi, che le monete entrate
in circolazione, andavano velocemente soggette ad usura. Loro ugualmente
scelsero raffigurazioni monetali con un rilievo alto che oggi definiremmo
" medaglistico". Gli incisori greci non erano limitati da alcuna necessità
di tipo economico ed erano in grado di eseguire vere e proprie sculture in
miniatura applicando la tecnica dell’intaglio dei sigilli e gemme.
Rimane aperta soltanto una questione: quali erano i soggetti scelti dagli
artisti ?.
La produzione monetale, ottenuta con un quantitativo determinato di metallo,
erano soggette alla responsabilità degli addetti alla finanza cittadina.
Città – stato come Atene, Egina, Corinto ed alcune città
della Tracia e Macedonia che controllavano le miniere d'oro e argento usavano
le monete per immettere sul mercato il metallo.
Dai tondelli incisi per cosi dire a "garanzia" ne facevano la voce principale
delle loro esportazioni.
Era quindi importante che il conio di queste monete lasciasse identificare
la città che le emetteva.
Gli emblemi cittadini erano semplici ed adeguati al tempo:
- Alcuni erano di tema religioso, testa di dio o di dea o soggetti sacri
locali.
- Altri avevano caratteristiche commerciali rappresentando i prodotti
della città relativi all’agricoltura, pesca, ceramica, ecc..
- Altri facevano riferimento alla religione attraverso il mito.
L’emblema della monetazione di Atene a parte la testa di Atena,
era rappresentato dalla "civetta" l’uccello molto diffuso nella zona.
La civetta piccola, tozza, con la testa girata per guardare con i suoi grandi
occhi lo spettatore, era e resta il più famoso emblema cittadino.
Le moneta di Egina furono caratterizzate dalla figura della tartaruga
di mare e il Pegaso "cavallo alato" diventa e rimane il tipo monetale di
Corinto.
I Greci non costituirono un’unica entità politica. Essi
erano una popolazione di ceppo diverso che viveva in gruppi separati, in
città differenti che decidevano, ognuno singolarmente, la forma
di governo, stabilendo le proprie leggi con le proprie concezioni di sovranità.
Gli artisti greci riproducono il singolo soggetto, uomo o animale, pesci
o fiori, prodotti dell’uomo come uno scudo, un vaso, una lira o una
ruota. Essi non si limitarono a incidere le monete con lo stile e le forme
d’origine, ma se l’essenza dell’emblema restava invariato
negli anni, la forma con cui veniva presentato poteva subire infinite variazioni.
Statere di Poseidonia
520 – 500 a.C.
Statere di Metaponto 440 a.C
Decadramma di Siracusa 465 a.C.
E’ difficile trovare uno stato moderno che abbia dimostrato così
grande flessibilità nel disegno delle monete e così forte
desiderio di cambiamento allo scopo di un miglioramento di qualità.
I primi ritratti di profilo eseguiti dagl’incisori monetali rappresentano
soltanto dei, eroi o divinità minori, non potendo raffigurare personaggi
in vita o appartenenti al passato. Gli incisori delle monete arcaiche hanno
difficoltà nel rendere tridimensionale l’aspetto delle figure
e lo si nota dai ritratti dei profili dove l’occhio è raffigurato
frontalmente. Questi ritratti sereni e pacati all’osservatore moderno
sono tuttaltro che spiacevoli: è come se la divinità gettasse
un improvviso sguardo a chi gli si avvicina di fianco.
L’avvento del V secolo portò nella rappresentazione delle
divinità una misura più umana
Tetradramma di Gela 480 – 475 a.C.
Tetradramma di Gela
490 – 480/ 475 a.C.
Tetradramma di Segesta 405 400 a.C.
I greci concepirono e raffigurarono le divinità più vicine all’immagine dell’uomo, e alla fine le divinità umanizzate vennero raffigurate con un corretto profilo dell’occhio, con lo sguardo rivolto in avanti. Alcuni incisori si cimentarono i ritratti frontali ma questo arte, sia nelle monete che nelle medaglie non incontrò molta fortuna, di questa monetazione conosciamo le sperimentazioni di molte città, come Siracusa e Catania, Cirene e Rodi dove il frontale assunse una varietà di pose ed espressioni.
Va ricordato che importanti incisori firmarono le loro opere, a Catania operarono Eraclida, Procle, Cherione ed Euaineto. Quest’ultimo incise anche per Siracusa unitamente a Sosia, Frigillo e Cimone (forse il migliore di tutti) e la produzione monetale di Siracusa con di tale bellezza e nobiltà la rende famosa nei secoli a venire.
Didramma di Neapolis 370 a.C.
Perchè in Grecia l’arte del ritratto si potesse sviluppare
con maggior completezza si deve aspettare il IV secolo con la sottomissione
alla monarchia macedone di Filippo II e Alessandro Magno. Filippo è
raffigurato barbuto e più vecchio come un benevolo Zeus, il giovane
Alessandro è raffigurato senza barba e con la pelle di leone a far
da contorno alle sue fattezze divine.
Alla morte di Alessandro e con la divisione del vasto impero, l’arte
del ritratto occupa un primo piano per identificare i sovrani e i successori.
Bibliografia Generale
C.H.V. SUTHERLAND -
Arte nella Moneta – Circolo Numismatico Ligure "Corrado Astengo"
– Genova 1992
Novella VISMARA - Monetazione Arcaica in
Elettro dell'Asia Minore - Comune di Milano 1993
continua
Arte nella Monetazione Romana