L’ARTE NELLA MONETAZIONE MEDIOEVALE
La decadenza dell’impero, la divisione dello stesso in due blocchi,
la devastazione dell’occidente ad opera dei popoli d’oltre Danubio,
la fuga del ceto nobile e dei maestri di lavoro con le maestranze verso
il blocco orientale, creano una decadenza rapida in ogni settore e anche
la moneta ne risente.
La fine dei commerci a larga distanza, la scarsa manutenzione di strade
e porti, la nuova religione il cristianesimo che vuole il denaro fonte di
ogni male "portatore di avidità, usura e odio" relega l’uso
della moneta solo per il pagamento di grandi transazioni.
L’Europa Occidentale entra nell’epoca feudale dove tutto
è strettamente dipendente alla volontà del signore del luogo.
Tra le tante forme d’arte che si persero rapidamente vi fù
quella dell’incisione monetale.
Nei primi secoli dell’alto Medio Evo la gente comune non usa più
denaro e le monete non vengono curate nel loro aspetto per la mancanza
di incisori. La monetazione è prerogativa di qualche Rè provinciale
o di Città o Vescovo locale.
Non tutto è da disprezzare nella monetazione dell’alto Medio
Evo. Segni, iscrizioni, segni religiosi compariranno sulle poche emissioni,
saranno proprio queste a continuare l’arte nella monetazione.
Nell’impero orientale si continua con la cultura imperiale romana,
l’incisione è curata ma segue il corso dei tempi. I volti
non sono più veritieri ma rimangono ben centrati, le iscrizioni
sono semplici e intuitive, il tutto trasmette il messaggio del potere centrale
al popolo agli alleati e alle popolazioni confinanti con l’impero.
Nelle monete auree i SOLIDI - TREMISSE - SEMISSE la figura schematica
dell’imperatore si traforma nei secoli e prende il volto del Redentore,
siamo all’anno 1000 e successivi.
Nella moneta bizzantina in rame,destinata ai commerci locali, il valore
è rappresentato da lettere, volti o altro non servono, costa tempo
e uomini e questi non vengono sprecati per una moneta non importante.
Visigoti, Goti, Longobardi inviati nelle terre occidentali dai Bizzantini, come truppe al loro servizio, agiranno poi in modo autonomo e nella necessità conieranno proprie monete. Queste presentano le caratteristiche tecniche e le raffigurazioni della monete bizzantine. La monetazione è usata solo per il pagamento di grandi scambi, il metallo principale è l’oro e l’argento. Pochi esemplari in rame sono giunti a noi, questo denota la scarsa circolazione di emissioni in metallo povero.
La monetazione medioevale continentale è principalmente in argento,
conforme alla riforma voluta e imposta da Carlo Magno nel 800. Le officine
di coniazione sono molteplici e la patente per coniare viene concessa dall’imperatore
con lo scopo di ridurre i costi elevatissimi per il trasporto dalla zecca
centrale alle città più lontane dell’impero.
La monetazione dell’alto medioevo incisa al dritto e
rovescio presenta la suddivisione della superfice del tondello con
circoli , all’interno del circolo detto campo vengono
inseriti simboli, mentre nel giro esterno viene inserita la leggenda.
Nella prima monetazione il simbolo più usato è la croce,
incisa in varie forme e diversi ornamenti che prende il nome di croce patente
, mauriziana, gigliata fiorata, ecc.
Nel giro le iscrizioni sono incise con pochi punzoni, le incisioni dal
800 al 1100 sono a forma semplice ottenute con punzoni semplici , barrette
triangoli, cunei semilune. Il risultato non è molto piacevole, la
moneta non è bella ma nella sua semplicità è accettata,
si nota il messaggio del potere imperiale voluto dalla volontà divina
e pertanto degno di rispetto ed ubbidienza. Nei secoli successivi con l’aumento
delle zecche e il ritorno alle arti anche le monete migliorano si passa
a forme e scritte più elaborate con particolari più o meno
complessi, le scritte prendono rotondità e raffinatezza , scrittura
che verrà chiamata gotica
MILANO - Enrico II
di Sassonia 1004 -1024 - Denaro scodellato
D -HEN RIC N
R -AUC MEDIOLANIV
Mat.Ag - gr.0,9 - Ø 19 mm - Negr.29
CREMONA - Comune
dopo 1254 - Cremonese o Medaglia
D-FEDERICVS / (omega) P R I
R – CREMONA croce 2 stelle a 6 punte
Mat.Mi - gr. 0,9 - Ø 17/18 mm - Biaggi 679
BRESCIA - Comune primo periodo 1186
- 1254 - Denaro scodellato
D-FREDERICVS / (omega) P R I
R- BRI SIA / croce
Mat. Ag. - gr.0,68 - Ø 15 mm - Biaggi 412
GENOVA - Repubblica 1139 - 1339
- Medaglia o Genovino Ridotto
D - .IA.NV.A / castello
R - CVNRADI REX/ croce
Mat. mistura - gr. 0,3 - Ø 14 mm - Biaggi 836
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Nella monetazione comunale italiana dal 1100 compaiono le prime figure
sacre quali i Santi protettori, la figura del Cristo e la Madonna. Guardando
le rappresentazioni si capisce che gli incisori del tempo tentano di copiare
o imitare la tradizione bizzantina. Ogni città, che ha ricevuto il
diritto a coniare moneta, per distinguere le proprie emissioni pone nei
campi il santo protettore o il simbolo della città. Le scritte sono
chiare e leggibili , le stesse monete vogliono essere la presentazione
della città o stato emittente come lo furono per le città
stato della Grecia antica.
Per tutto il Medio Evo il santo protettore è visto come colui
al quale rivolgersi per intercedere con Dio, i santi vengono rappresentati
con la mano alzata in atto benadicente e con l’altra tenere la croce
o il pastorale. Le figure sono sempre viste di fronte e si possono trovare
in piedi o sedute.
Nella monetazione mediovale compaiono sovente simboli facili per individuare
chi le ha emesse. Il giglio fiorito è simbolo di Firenze, la porta
di castello è per Genova, la S è utilizzata dalla città
di Siena. Questi simboli vengono incisi con cura e precisione, ci ricordano
le miniature che compaiono nei testi sacri. Se le osserviamo con attenzione
troviamo nell’incisione un movimento nuovo, più precisione
nel definire i prifili, più accuratezza nel presentare le figure. Guardando
il grosso veneziano troviamo questa nuova movimentazione, la moneta è
piaciuta e piace anche a noi dopo tanti secoli.
VENEZIA-
Jacopo Tiepolo XLIII - Doge 1229 - 1249
Grosso o Matapan
D- S. Marco e Doge
R- Redentore in trono
Mat.Ag - gr. 2,10 - Ø 20 mm - Biaggi 2769
FIRENZE - Comune dopo 1252 -
Fiorino
D- Giglio fiorito
R- San Giovanni Battista
Mat. Au - gr.3,44 - Ø19,7 mm
Nella monete del 1250 del Comune di Milano, S.Ambrogio è seduto in trono con i paramenti vescovili e i simboli del potere . In alcune monete è rappresentato con in una mano uno staffile, a raffigurare la lotta da lui sostenuta contro gli ariani, nell’altra il pastorale.
MILANO -
Prima Repubblica 1250 – 1310 - Ambrosino
da 8 denari 1° tipo
D – MEDIOLANV / croce
R - SCS. AMBR /santo seduto e nimbato
Mat.Ag - gr. 3 - Ø 23 mm - Biaggi 1424
L’arte nella monetazione medioevale diventa piacevole quando a controllare
le zecche saranno i vari signori. Il desiderio di supremazia il piacere
per il bello che si sta esprimendo nella pittura e nella scultura, il fiorire
di tutte le arti influisce nello stile del coniare. I principi, i signori
sentono la necessità di farsi conoscere e ritornano come nell’impero
romano ad imprimere il loro volto nelle monete, siamo nel 1400.
A metà di questo secolo abbiamo i volti dei governanti, forse
i più belli, le incisioni per lo Sforza Ludovico detto il Moro,
Francesco II Gonzaga, Ercole I d’Este, il papa Giulio II, Ferdinando
I d’Aragona per Napoli
I volti veritieri di profilo sono posti nel campo, la profondità
e il rilievo sono accurati, nel giro le diciture chiare e precise hanno
una dimensione dei carattere adeguata alla dimensione del tondello.
Con volti realistici, scritte leggibili e decorazioni elaborate anche
la moneta entra nel grande rinascimento.
Mantova - Francesco II 1484 - 1519 raffigurato nel Quattrino
in rame.
Anche nelle monete popolari, di poca importanza, il conio è curato
e la moneta si presenta piacevole.
Di questo periodo va ricordato un grande pittore e incisore Antonio Pisano
detto il Pisanello che visse tra il 1395 eil 1455. Lavorò a Pavia,
Mantova, Vanezia, Ferrara, conosciuto inizialmente come ritrattista e pittore,
in età matura volse la sua attenzione nella raffigurazione dei personaggi
del suo tempo creando medaglie-ritratto.
Non essendo un incisore, non incise coni, modellò i suoi disegni
in rilievo in cera, materiale che consentiva grande facilità nel lavoro
e rilievi. Dalla cera si ricavavano gli stampi da cui le medaglie venivano
realizzate per fusione, in bronzo o in pimbo.
I vantaggi usati dal grande maestro quale il Pisanello sono evidenti,
il rilievo è più alto e la medaglia poteva essere di dimensioni
maggiori di quanto si potesse realizzare con la coniazione manuale.
PISANELLO - Medaglia di Gianfrancesco
Gonzaga c. 1439
Milano - Civiche Raccolte d'Arte del Castello Sforzesco
Osservando le opere del Pisanello si notano forme delicate e tridimensionali,
l’artista ritorna all’analisi di quanto desidera riprodurre
e lo realizza riportando forme, profondità e proporzione.
Con Pisanello si apre la storia della medaglia moderna che nei secoli
successivi avrà grande sviluppo in quanto supportata dalle nuove macchine
"magli e presse" che mettendo a disposizione degl'incisore elevate pressioni,
non ottenibili con il conio tradizionale a martello, permetterà la
realizzazione di capolavori di particolare levatura.
MATTEO dé PASTI - D/ Isotta degli Atti
- R/ Elefante ( uno degli emblemi dei Malatesta)
Cambrige - Fitzwilliam Museum
Alla fine del Medio Evo la moneta ha ripreso il suo ruolo fondamentale
perso con la fine dell'impero romano. Tutti si rendono conto che mancando
questi tondelli si limita il commercio e di conseguenza lo sviluppo della
società. I più grandi pittori rappresenteranno monete e quanto
d'altro che le ricorderà.
Di seguito il dipinto di Sandro Botticelli con un ritratto d'ignoto recante
una medaglia di Cosimo il Vecchio. Dipinto c. 1470 Firenze Uffizi.
Bibliografia Generale
Carlo M. CIPOLLA - Monete e civiltà
mediterranea - Neri e Pozza Editore Venezia 1957
CAVICCHI A. - La Moneta
Medioevale in Italia da Carlo Magno al Rinascimento.- Gruppo Archeologico
Romano 1991
C.H.V. SUTHERLAND -
Arte nella Moneta – Circolo Numismatico Ligure "Corrado Astengo"
– Genova 1992
dott.F.CECCARELLI - Introduzione alla Medaglistica
- Centro Culturale Numismatico Milanese 1983
Graham Pollard - Giuseppe Mauri Mori - Medaglie
e Monete - Fabbri Editore1989
G. FENTI - Manuale delle Monete di
Cremona - Ediz. La Numismatica
Angelo MAZZI - Gli Ambrosini grossi d'argento-
Milano 1907
Negrini - Varese - La Monetazione di Milano
- Numismatica Viscontea
Quintino PERINI - Le Monete di Treviso -
Arnaldo Fonti Editore 1981
Mario Rasile - Le Monete di Gaeta - 1984
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