LA DIFFUSIONE DELLA MONETA
 

L'età antica dal 4000 a.C. al 476 d.C.



- Area mediterranea orientale e italica 4000 a.C. - 200 a.C.

Per la numismatica l’Asia Minori ( o Anatolia, l’attuale Turchia che si affaccia sull’Egeo) è di fondamentale importanza.

E’ in Asia Minore a Sardi nel Regno di Lidia, che fu inventata la moneta nel senso moderno, avente lega, titolo, peso e valore stabiliti dallo Stato.

Le grandi città dove si sviluppò l’antica monetazione sono ALICARNASSO - COS - EFESO – MILETO – PERGAMO – SARDI – TARSO.

Dall’Asia Minore la monetazione si sviluppa in Grecia e di conseguenza con il nascere di città di genti greche in Sicilia e nel sud Italia " MAGNA GRECIA"

Altre popolazioni di origine egizia e fenicia (Cartaginesi, Etruschi, Celti) colonizzando il Nord Africa , la Spagna, la Sardegna, le pianure del Sud Francia, la Toscana e alcune zone del Nord Italia estesero l’uso della moneta in tali zone.

Ai LIDI viene attribuito il merito di aver dato inizio all’uso di uno strumento avente funzione di moneta, che si rivelò adatta a facilitare gli scambi con i popoli vicini e lontani.

In un loro fiume, il Pàttolo, ricchissimo di pagliuzze d’oro e di argento vi trovavano soprattutto sassolini di un metallo detto "elettro", cioè una lega naturale di oro e argento. Su questi sassi impressero un marchio, testina di leone, che serviva per il riconoscimento e garanzia di qualità.

Durante il regno di Creso (560-546 a.C.) abbiamo la prima monetazione in oro e argento al puro ottenuto dalla fusione e separazione dei metalli sfruttando il diverso punto di fusione.

Solidificando piccole quantità di metallo il cui peso, per convenzione, doveva essere uguale fra loro sì eliminò la fatica di pesarle ogni volta si commercializzavano, "con questo sistema si individuavano le monete false o tosate (grattate)".

Per non avere tanti tipi di monete circolanti di diverso peso i Greci, imitando le usanze dei popoli babilonesi, decisero di definire i pesi di ogni moneta e il rapporto fra loro.

Istituirono un doppio sistema che prese il nome delle zone che lo commercializzarono:

- l’EGINETICO , isola di Egina, basato sulla DRAKMA del peso di 6,30 grammi.

- l’EUBOICO, Calcidese, la cui DRAKMA pesava 4,30 grammi.
 

TALENTO EGINETICO Kg. 37,8 TALENTO EUBOICO Kg. 25,8
Mina gr. 630 Mina Gr. 430
Drakma gr. 6,30 Drakma Gr. 4,30
Statere gr. 12,60 Statere Gr. 8,60
Obolo gr. 1,05 Obolo Gr. 0,72

Per facilitare l’introduzione della propria moneta e garantire la qualità ogni Re o città/stato imprimeva una figura un simbolo. Ricordiamo le principali: La rosa di Rodi, Il leone di Sardi, l’ape di Efeso, il leone giacente o il capo di leone di Mileto, il granchio di Cos, la civetta di Atene, il cavallo alato Pegaso per Corinto.

Per raffigurare le simbologie furono chiamati gli incisori che costruivano i sigilli per l’identifica dei beni o oggetti dei signori del tempo.

Con la colonizzazione dell’Italia meridionale (MAGNA GRECIA) da parte delle genti provenienti dalle città greche si diffuse anche l’uso della moneta.

Nel 540 a.C. la monetazione delle città/stato era commercializzata in Sicilia e via via in Calabria, Lucania, Puglia e Campania.

Di seguito i nuovi insediamenti emettono loro monete e quelle del primo periodo italico hanno un aspetto inconfondibile ed unico, sono ricavate da fusione o coniate con una tecnica particolare e per questo detti "incusi", da una parte la forma è in rilievo, l’altra incava.

La monetazione delle città italiche diventa sempre più accurata e si può definire senza presunzione la più bella monetazione antica.

Sulla moneta compaiono figure con animali o cereali che rappresentano i prodotti delle varie città che le emettono, frumento, orzo, delfino.

La raffigurazione delle divinità o regnanti è di una bellezza che ancor oggi ci si chiede come gli incisori riuscissero a realizzarle, non conoscendo la lente d’ingrandimento e i macchinari che le attuali zecche oggi usano.

La monetazione della Magna Grecia si identifica con le città di emissione e dei vari tiranni (dittatori) che le comandano, abbiamo una monetazione calabro/ lucana , siciliana, puliese o campana.

Le grandi città che emisero moneta vanno ricordate per importanza :

- zona calabro/ lucana METAPONTO – TARANTO – LOCRI – ERACLEA - CROTONE

LOCRI – SIBARI e la monetazione del popolo dei BRUZZI

- zona siciliana/ AGRIGENTO – SIRACUSA – LEONTINI – CATANIA – GELA

SELINUNTE

-zona cartaginese CARTAGINE – CAGLIARI -

Nella parte settentrionale dell’Africa occidentale, le genti fenicie fondano la città di CARTAGINE.    Da questa città le genti fenicie raggiungono le coste della Spagna, della Francia meridionale, della Sardegna e commerciano con tutte le genti della Magna Grecia .

Nel periodo di maggiore espansione di Cartagine 250 a.C. i commercianti cartaginesi imponevano l’uso delle loro monete negli scambi, questo permetteva il controllo del mercato e se necessario il controllo politico sulle città che non sottostavano.

Le monete cartaginesi (dette anche puniche) coniate anche nei territori controllati presentano raffigurazioni e simbologie uguali : Cavallo alato, testa di cavallo, palma.

Cartagine per il dominio commerciale con le Città / Stato della Sicilia e le genti del nord e centro Italia si scontrerà con Roma. Entrambe vogliono dominare e fu evidente lo scontro armato.
Ci vollero tre lunghe guerre , ROMA vittoriosa distrugge la città di CARTAGINE e controlla tutte sue le colonie.
Anche le grandi città e popoli della Magna Grecia dopo la prima e seconda guerra punica sono conquistate da ROMA.

L’espansione romana impone la propria moneta unificando su tutto il territorio la tipologia e le caratteristiche dei pesi monetali, questo periodo si fa risalire a circa fra il 200 – 150 a.C.

Ad onore dei popoli antichi resta il merito di aver insegnato alla nuova potenza nascente le tecniche di monetazione ed uso di questo mezzo, permettendo una continuazione dell’arte della monetazione per tutto il perdurare dell’Impero Romano.
 
 

Aneddoti

Nella GRECIA arcaica 600 a.C. il valore di :


Già nella Grecia antica (400 a.C.) per non portarsi a presso sacchi di monete si diffuse la "Lettera di credito" con la quale ci si impegnava a versare una cifra per le spese sostenute.
E’ evidente che questo uso poteva essere fatto solo fra commercianti conosciuti.
 
 

I FENICI usavano per lo scambio con le popolazioni "indigene" dell’Africa occidentale un particolare sistema .
Lasciavano i prodotti da offrire sulla spiaggia e se ne ritornavano sulle navi.
Gli indigeni andavano sulla spiaggia a prendere la merce e depositavano polvere di oro o argento in quantità che ritenevano valesse la merce.
I Fenici ritornavano e se erano d’accordo prendevano l’oro o l'argento, se quanto lasciato era poco lasciavano il tutto e ritornavano sulle navi aspettando.
Gli indigeni ritornavano e aggiungevano altri valori, l’operazione veniva ripetuta fino al reciproco gradimento.
 
 

Re CRESO dice la leggenda che trasformava in oro quanto toccava. Ora possiamo affermare che non è solo leggenda ma realtà. A lui è attribuita la paternità di fondere oro per ricavarne tondelli di uguale peso "monete" sui quali imprimeva il proprio simbolo. Le operazioni di fusione e conio avvenivano in locali segreti conosciuti a pochissimi.
Il tesoro accumulato da CRESO era di elevata quantità ed è per questo che tra i popoli vicini si diffuse la fama che tutto quanto il re toccava diventava oro.
 

ALICARNASSO città dell’Asia Occidentale nel 370 a.C. edificherà la tomba per il Re Mausolo. E’ talmente grande che furono necessarie 160.000 pietre 30x90x90 cm, il nome dato a questa tomba "MAUSOLEO" identifica ancor oggi questi particolari monumenti.
 
 

PERGAMO città dell’Asia Minore passerà alla storia per la produzione e il commercio di un particolare materiale usato per scriverci sopra. Ancora oggi conosciamo questo materiale il cui nome deriva dalla città di origine " PERGAMENA" .
 
 

RODI isola del mar Egeo vicinissima alle coste dell’Asia Minore si sviluppa nei commerci ed è temuta per i suoi marinai, i migliori nel combattere i pirati che depredavano le navi di passaggio. Con i commerci la città accumula ricchezze e metalli in grande quantità.
Per meglio conservarli i governanti decisero di edificare all’entrata del porto una grande statua detta anche "COLOSSO DI RODI". Con la statua volevano dimostrare la loro ricchezza e potenza. Un terremoto nel 225 a.c. la spaccò all’altezza delle ginocchia. I suoi pezzi restarono al suolo per nove secoli. Nel 653 d.C. quando gli arabi conquistarono l’isola decisero di utilizzare il metallo, per trasportare i frammenti furono necessari 900 cammelli.
 

                                                                                                                                                                         continua  L'ETA' ANTICA