CIRCOLAZIONE MONETARIA

I crociati arrivando in oriente trovarono un sistema monetario completamente differente dal loro:

- I bizantini, gli arabi e i turchi usavano monete d’oro di buon peso affiancate da monete in argento e in rame per i commerci e i pagamenti quotidiani.

- In occidente vi erano solo denari in argento (riforma monetaria di Carlo Magno) che con il passare del tempo avevano subito svalutazioni riducendo l’argento in esse racchiuso, per le spese giornaliere si usavano piccole monete in mistura detti oboli .

In occidente l’oro non era stato del tutto abbandonato, era usato per i commerci d'oltre Europa e nelle grosse contrattazioni, veniva tesaurizzato dai reali e dai grossi feudatari. Le monete orientali d’oro non erano del tutto sconosciute ai crociati. In occidente erano ben apprezzate per il loro ottimo contenuto di fino, anche se il nomisma bizantino, bisante in occidente, aveva subito negli ultimi anni una svalutazione a differenza del dirham arabo (chiamato mancuso o marabuttino dai cristiani) che si era sempre mantenuto stabile.
Sia il mancuso che il bisante valevano trenta denari di buona lega d’argento, come ad esempio il denaro di Lucca. In alcuni casi sia nell’impero che nella chiesa si fissavano in mancusi alcune tasse e multe.
Nelle file crociate circolò sia moneta bizantina che araba:
- La moneta bizzantina proveniva dai commerci che i crociati avevano intrapreso durante l’attraversamento dei territori imperiali per procurarsi beni di prima necessità, il resto dall’imperatore Alessio che versò ai principi crociati per ottenere la loro sottomissione (cosa che puntualmente non accadde).
- La moneta saracena, come la chiamavano i crociati, fu ottenuta dai saccheggi e dalla imposizione di tributi alle città musulmane durante l’attraversamento delle regioni libanesi e siriane.

La maggior parte della massa monetaria circolante tra le file crociate, soprattutto tra i semplici soldati e i civili che li accompagnavano, doveva provenire dai paesi di origine. La prima fonte che ci da una certa sicurezza su quali fossero le principali monete che circolavano tra i crociati è l’ HISTORIA FRANCORUM QUI CEPERUNT JERUSALEM, di Raymond d’Agiles, in un passo della sua cronaca cita:
" valebat quippe unus aureus eo tempore octo vel novem solidos monetae nostri exercitus erat haec nostra moneta: pictavini, cartenses, manses, luccenses, valanziani, megorienses et duo pogesi pro uno istorum".
L’autore riferisce che la moneta crociata proveniva dal Poitou, da Chartres, da Le Mans, da Lucca, da Valence, da Melgouil e da La Puy. A parte Lucca sono tutte zecche francesi, come il nerbo dell’esercito crociato, poco conosciute in Italia.
La conferma della circolazione e l’utilizzo di queste monete, ci è data dai ritrovamenti, ci soffermeremo su quelli di cui ho notizie:

  1. Aleppo – Siria, scoperto nel 1964 composto da 41 monete di Valence, con monete di Antiochia e di Lione. Datato verso la fine del 1100.
  2. Izmir – Turchia, scoperto nel 1964 composto da 36 monete di Lucca, 7 di Valence, 2 di Melle, una di Antiochia e una di Atene. Datato all’incirca dopo la prima metà del 1200. Conservate nell’ Ashmolean Museum di Londra.
  3. Siria – provenienza sconosciuta composto da 12 monete di Chartres, 2 di Le Mans, 1 di Melle, 1 di Rheims (Eudes II 1019 – 1037) e 1 di Pavia (Ottone I-II 962 – 967). Datato con certezza sul finire del 1000. Conservate al Kadman numismatic museum di Tel Aviv.
  4. Castello di Ras Shamea – Siria, dodici km. da Latakia, composto da 251 monete di Lucca, 58 di Valence con monete di Antiochia, del regno di Gerusalemme, di Cipro e penny inglesi. Datato verso la prima metà del 1200.
  5. Subak – Siria, composto da 256 monete di Lucca, 121 di Valence, 83 di Melle 12 di Chartres, 2 Le Mans con monete di Antiochia. Datato fine 1100.
  6. Gerusalemme. Un ritrovamento di cui non ho precise informazione scoperto durante alcuni scavi nella zona del recinto Templare costituito gran parte di monete di Chartres
  7. Un altro ritrovamento di origine sconosciuta è spiegato in modo approfondito nel listino n. 219 della ditta numismatica Jean Elsen di Bruxelles, composto da 196 monete di Lucca, 46 di Valence, 3 di Melle con una moneta di Antiochia e una araba, datato seconda meta del 1100.
Vi sono poi altri numerosi ritrovamenti con piccole percentuali di monete di questo periodo.
La gran parte dei ritrovamenti sono concentrati nelle regioni settentrionali, all’incirca entro i confini del principato di Antiochia e della contea di Edessa, ciò non implica una minore circolazione nelle regioni meridionali, che facevano parte del regno di Gerusalemme. Il fatto che questi coni occidentali siano stati trovati assieme a monete che circolavano dopo il 1100, dimostra che hanno avuto un’ampia circolazione e una certa importanza nello sviluppo iniziale dell’economia degli stati latini.
L’ipotesi più plausibile sta nel fatto che i primi commercianti e coloni latini non avendo dimestichezza con l’emissioni locali preferissero le proprie monete, di cui conoscevano il contenuto di fino. Negli stati latini del nord furono coniate agl’inizi, monete di ispirazione bizantina, visto che nonostante la dominazione musulmana i rapporti commerciali con Bisanzio non cessarono mai del tutto, inoltre gran parte della popolazione era cristiana ed armena.
Erano di basso valore, gran parte in rame, poche in argento, questo tipo di monetazione durò fino al 1130 ad Antiochia, mentre ad Edessa la monetazione tipo bizantina rimase fino alla conquista musulmana.
Viene a crearsi una doppia circolazione monetaria per non stravolgere il mercato interno gestito da mercanti in massima parte di origine armena e greca abituati alle monete bizantine.
Nel regno di Gerusalemme la situazione era più complicata, visto che gran parte della popolazione era araba e il commercio legato alla monetazione fatimide.
I latini, non conoscendo l’arabo, avevano difficoltà a utilizzare moneta locale, era giocoforza l’uso delle loro monete.
Le prime vere emissioni latine risalgono al regno di Baldovino II - 1143 – 1163, durante il regno di Baldovino I furono coniate monete in rame su imitazione dei follis bizantini. Si evince che fino al 1143 la massa monetaria circolante basata su moneta occidentale era sufficiente a supportare l’economia dello regno che si stava sviluppando, sicuramente vi erano pochi commercianti e coloni.
Quando dopo la prima metà del 1100 il regno di Gerusalemme si consolidò e lo sviluppo economico cominciò a crescere questa massa monetaria originale formata da vecchie emissioni occidentali non bastò più, il governo ricorse a coniazioni proprie di tipo occidentale per supportare il mercato in crescita. Col tempo le vecchie monete vennero gran parte assorbite dal mercato, anche se una parte continuò a circolare, come dimostrano i vari ritrovamenti, dimostrando che queste monete erano ancora apprezzate.
 

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