"Oselle" Questo è il nome di alcune monete coniate dalla
Repubbica di Venezia, perché proprio questo nome?.
Dobbiamo ricordare che nei secoli medioevali i Dogi organizzavano alla
fine di ogni anno, per gli amici e i più fidati uomini dello Stato,
battute di caccia nei territori della Laguna.
Molte anatre, oche e altri uccelli venivano uccisi per essere mangiati
in pranzi e cene con la gioia di tutti i partecipanti.
Grande onore era l’invito a partecipare a queste feste e gli invitati
parlando nella loro lingua veneta dicevano " se
va a magnar osei e osele ".
Con il passar del tempo gli invitati aumentarono di numero e di povere
" osele " ne servivano troppe e convinsero il Doge a cambiare le usanze.
Dal 1400 e per tutti gli anni a venire per ricordare questa festa si coniano
specili monete che raffigurano imprese e gesta importanti della "Serenissima
Repubblica Veneta".
Le speciali monete venivano date in regalo alle persune più importanti
o che si erano distinte al servizio di Venezia.
A ricorrenza delle mangiate a base di anatre oche e uccellini le monete
vennero chiamate "OSELLE".
----------------------------- ------------------------ --------------------------
Una delle decorazioni più importanti dal 1500 e 1800 è stato
il "TOSON D’ORO", onoreficenza per solo fedelissimi istituita dai
signori dei Paesi Bassi nel 1429 e poi fatta propria dei re di Spagna e
sucessivamente dagli Asburgo d’Austria.
----------------------------- ------------------------ --------------------------
Durante il grande assedio francese, della città di Mantova del 1796,
terminato dopo un lungo anno, si dice che i Francesi mossi a compassione per
i civili mandassero ogni mese piccoli quantitativi di viveri (farina di granoturco
in maggior quantità). Il tutto veniva caricati su asini e mandato
in città.
Finalmente l’assedio terminò e i Francesi vittoriosi entrati
in città si meravigliarono nel vedere la gente in buono stato di salute
e non molto deperita. Come mai ?? si scoprì subito il mistero, i cittadini
mostrarono loro come utilizzavano i viveri e gli asini che li portava.
Da quei giorni nel mantovano si prepara un piatto favoloso "Lo stracotto
d’asino con polenta".