Lo sapevate che ......

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Spedizione dei Mille . Garibaldi proclamato dittatore della Sicilia 1860, inoltrò verso il Piemonte  443 milioni di lire oro, tra cui 5 milioni di ducati requisiti al Banco di Palermo.

 
 
Michelangelo ottenne, dopo continue richieste, nel 1535 dal papa Paolo III Farnese il pagamento degli affreschi della Cappella Sistina.
Il pagamento consisteva nel diritto a riscuotere le gabelle per i traghetti e l'uso del porto sul Po a Piacenza, annualmente si ricavavano circa 600 scudi d'oro all'anno.

 
Nel Medio Evo i commercianti o i grandi signori prestavano denaro ad un prezzo, cioè con un tasso d'interesse. 
I prestiti ai re e ai principi erano considerati a rischio e pertanto molto alti.
L'imperatore Federico II doveva pagare dal 30 al 40%, il re Angioino di Napoli nel 1319 concordò con i banchieri fiorentini il 30%, nel 1328 il Duca di Calabria ottenne da alcuni mercanti fiorentini, un prestito di 6000 fiorini al 15% dando loro in pegno preziosi gioielli.
Normalmente il prestito tra commercianti era regolato ad un tasso dal 8 al 15%, chi invece dava alle banche del denaro riceveva un interesse del 6% e a volte più basso

 

 ..... nella Grecia arcaica 600 a.C. il valore di:
 - Uno schiavo era fissato in 100 capi di buoi
 - Una donna variava da quattro a venti buoi 
  (in funzione alle sue personali caratteristiche)
 - Una buona armatura valeva venti buoi

  

 .... già nella Grecia antica 400 a.C. per non portare con 
 sè tante monete si diffuse la "carta di credito" con la 
 quale ci si impegnava a versare una cifra per le spese 
 sostenute.  Evidente che questo uso poteva essere 
 fatto solo fra commercianti conosciuti.

 

 ..... i Fenici usavano per lo scambio con le popolazioni "indigene" 
 dell'Africa occidentale un curioso modo.
 Arrivati sulle spiagge lasciavano i prodotti e ritornavano sulle 
 navi.
 Gli indigeni si avvicinavano a quanto lasciato e depositavano 
 l'oro a l'argento.
 I Fenici ritornavano a terra e se il deposito era confacente alle
 loro aspettative il baratto avveniva, altrimenti lasciavano il 
 tutto e ritornavano sulle navi aspettando.
 Gli indigeni ritornavano e aggiungevano altri valori, il tutto 
 veniva ripetuto fino al reciproco gradimento.

 
 

 ..... re CRESO, dice la leggenda che trasformava in oro tutto ciò che 
 toccava.  Ora possiamo affermare che non é leggenda ma realtà. 
 A lui é attribuita la paternità di fondere oro per ricavare tondelli di 
 uguale peso "monete" sui quali imprimeva un simbolo.
 Le lavorazioni di fusione e conio avvenivano in locali segreti, la
 conoscenza era riservata al solo personale specializzato.
 Il tesoro accumulato da CRESO era di elevata quantità ed é per 
 questo che tra i popoli vicini si diffuse la fama "..... tutto quanto il
 Re toccava diventava oro".

 

Oggi diciamo che una persona è scrupolosa se è diligente, esegue tutte le cose con cura, dubbiosa e precisa in quello che fa. 
Non sarà la nostra parola arrivata a noi proprio in conseguenza al significato antico.... con il quale si determinava il peso di tutte le cose anche la più piccola. 
Importante è ricordare che i  Romani usarono come unità di peso lo "SCRUPOLO" che corrispondeva al nostro sistema a 1,137 grammi.

I Romani basarono tutte le loro attività su questa unità di misura.
Per le monete il peso di riferimento diventa:
    1 libbra = 12 once = 288 scrupoli 
    1 oncia = 24 scrupoli

Sulla base del peso teorico di 327,45 attribuito alla libra romana sono stati calcolati i seguenti rapporti con il nostro sistema ponderale:
    1 libbra          = gr. 327,450 ca
    1 oncia        = gr.   27,287 ca
    1 scrupolo   = gr.     1,137 ca
 


 
 
Per l'Impero d'Oriente il peso del " Solidus" era espresso in " cheratia " (voce grega corrispondente a quella latina di "siliquae").
In unità di peso la cheratia è pari a 1/1728 di libbra quindi 0,189 g. (peso della massa del seme di Carruba)
Il "Solidus" che è pari a 1/72 di libbra pesava 24 cheratia . (1728 : 72 = 24).

Il nome "cheration " in italiano < carato > venne poi adottato per indicare il grado di finezza dell'oro. 

  24 carati   oro 1000/1000 
20 carati  oro   833/1000
18 carati  oro   750/1000

 

 
Nella civiltà precolombiana dei Maya , i semi di cacao svolgevano la funzione di moneta, era il vero "oro" di quel popolo. 
Un coniglio valeva 10 semi di cacao, una zucca 4, uno schiavo 100, le  prostitute si concedevano per 8 - 10 semi di cacao.
E come il denaro i semi venivano falsificati. Molti riuscivano a sollevare la spessa pellicola che riveste il seme togliendo l'interno e sostituendolo con sabbia e terra: questi semi falsi venivano mescolati con quelli buoni.
C'era però un modo per smascherare la truffa; bastava esercitare una certa pressione su ciascun seme per vedere se era solido. La falsificazione dei semi di cacao era uno dei reati più frequenti e puniti dai tribunali Maya.

 

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